Citando Robert Emery, “anche se un matrimonio è fallito, un divorzio può avere successo“.
Ma quando questo è possibile? C’è un unico modo – giusto, non facile, ma giusto – per riuscirci: non combattere. Perchè, sempre usando le parole del terapeuta e mediatore americano, “è solo non combattendo che i bambini vincono“.
Ecco le dieci “regole” d’oro per un divorzio che abbia successo per i figli.
1. Dire ai propri figli cosa sta accadendo, senza lasciarli nel dubbio del silenzio. Quando la coppia è fermamente decisa a divorziare, la cosa va comunicata ai figli con un preavviso congruo (da una settimana a due mesi, in base all’età dei figli). Le spiegazioni devono essere il più possibile chiare, semplici, concrete e adeguate all’età dei bambini. Nessun figlio ha l’esigenza di avere tutti i dettagli tecnici e legali, bensì ha il bisogno di essere rasserenato sulle conseguenze pratiche che la separazione porterà nella sua vita quotidiana (dove andrà a vivere, quanto tempo passerà con ciascuno dei genitori, se nella nuova casa avrà la sua stanza, ecc.).
2. Rassicurare i bambini che la separazione non è colpa loro. I figli devono sentire di non avere responsabilità nella decisione degli adulti e devono essere alleggeriti dall’idea che possano fare qualcosa per far cambiare idea a mamma e papà. Ancora, devono avere ben chiaro che i genitori li ameranno sempre.
3. Aiutare i bambini a sentirsi liberi di provare e manifestare lo stesso amore per entrambi i genitori, come prima della separazione. Non è praticamente mai consapevole l’intenzione di un genitore di mettere i figli contro l’altro genitore. Tuttavia, le parole e gli atteggiamenti hanno un grande peso: davanti ai propri figli non bisogna mai criticare l’altro, offenderlo, fare commenti o allusioni a sue eventuali relazioni extra coniugali. Una buona regola è non aprire bocca se non si ha qualcosa di positivo da dire.
4. Non usare i figli come tramite per le comunicazioni, come mediatori di conflitti, come informatori sulla vita dell’ex partner, qualunque sia la loro età e a prescindere dal fatto che questi si rendano disponibili a farlo. L’unico mestiere dei figli deve essere quello di fare i figli.
5. Impegnarsi a mantenere una relazione collaborativa fra genitori, rispettandosi e interagendo in modo educato e mirato come se si fosse due partner d’affari con un affare o progetto in comune, appunto i figli.
6. Non lasciarsi andare a manifestazioni intense di rabbia e dolore davanti ai figli. Una separazione porta con sé, inevitabilmente, emozioni molto intense, spesso difficili da controllare, specialmente la rabbia. Ma mentre la rabbia permette al genitore di gestire il dolore della separazione (è un sentimento più tollerabile), fa effetto contrario sui figli; si può dire che la rabbia sia tossica per i figli.
7. Mettere sempre al primo posto le esigenze e le necessità dei figli, guardando le cose con i loro occhi. Quell’uomo o quella donna che ha tradito, che ha detto questo o quello, che è stato un pessimo marito o una pessima moglie, agli occhi del figlio è un padre o una madre e questa immagine va tutelata perché il figlio cresca bene.
8. Accogliere, comprendere, consolare le reazioni dei bambini, qualunque esse siano, dalla tristezza alla rabbia, dall’apatia al tentativo di rigare sempre dritto nella speranza di influenzare la decisione degli adulti di divorziare.
9. Non smettere di porre dei limiti ai figli, anche quando ci si sente in colpa per ciò che stanno provando. I bambini non devono sentirsi “liberi” di poter fare ciò che vogliono: hanno bisogno di limiti, sempre e comunque, per crescere bene.
10. Non avere fretta nel realizzare i cambiamenti, perchè metabolizzarli richiede tempo. Ciò è particolarmente vero nei casi in cui un genitore voglia rifarsi una famiglia. I bambini hanno bisogno di tempo per accettare di vedere mamma o papà con un nuovo compagno a fianco.